"S' ottenebra la Terra, il Sol s' oscura
E dal corso primier rivolto ei riede;
Vedova sta la sede,
Ove egli pria solea varcar l' Empiro,
Nè per questo io m' ammiro;
Che se in Croce sospeso è un Dio, che muore,
Convien, che mora ancor il Dio dell' ore.
L' infinito, umanato omai finisce,
Si risente perciò quel, ch' è finito,
E se il maggior ferito
Cadde, giust' è, ch' anche il minor ne pera,
E dentro fosca sera
Il Mondo stia di tenebre corrotte,
Fatto Fabbro da sè d' eterna notte
Lagrimate tutte, o Genti;
Del fattor, che vi creò,
Il figliuolo fra tormenti,
Per voi morte sopportò,
E pur ingrato l' Uomo al Redentore
L' offende co' peccati a tutte l' ore.
O del Genere Umano iniqua sorte,
Abbandonna la vita, e corre a morte"