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Андриано Челентано о любви. На итальянском о любви звучит красивее..

Вторник, 15 Марта 2011 г. 14:23 + в цитатник
Io non so parlarе d'amore

Informazioni
di Adriano CelentanoEdizioni: Clan
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Biografia di Adriano Celentano
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Esco di rado e parlo ancora meno
Per sempremore Filmografia di Adriano CelentanoTrent'anni fa Giulio Rapetti, in arte Mogol, scriveva "Il Tangaccio", "Grazie prego scusi" e il curioso "Il mondo in Mi7", in grado di anticipare i tempi in maniera straordinaria: una sorta di rap ante litteram imperniato su un unico, ossessivo accordo e sulla frase "Apro il giornale e leggo che...". Ad interpretarli era la voce già corposa e timbricamente inconfondibile di Adriano Celentano. Con l'album realizzato insieme a Mina l'inverno scorso, il cantante milanese ha già mostrato un ritorno alla musica più tradizionale, accantonando gli intenti ideologico-filosofici degli ultimi anni e concedendosi come unica particolarità un calembour dialettale; con "Io non so parlar d'amore", uscito sul mercato italiano il 6 Maggio scorso con 150.000 prenotazioni, Celentano si propone come puro interprete di una raccolta pop romantica e melodica. Un ritorno all'antico in un modo particolare. Una carriera decennale e la recente esperienza con Mina, l'interprete per eccellenza che ha offerto la sua voce a tanti compositori e che lo ha indotto ad una riflessione ulteriore, hanno spinto Celentano a puntare tutto sulle canzoni. Canto nudo, spogliato da motivazioni altre, vissuto in una dimensione quasi artigianale, attenta soprattutto alle sfumature timbriche. Forse una sorpresa per un pubblico che, a detta dello stesso cantante, si era abituato a prestare attenzione più al significato delle sue parole che al modo in cui venivano intonate. Per di più in un momento di piena maturità vocale che accanto al pop non rinuncia ad un ritorno di fiamma. "Sarai uno straccio" è l'unico pezzo rock dell'album, pieno di divagazioni linguistiche assurde ed inventate ed un ritmo caro al protagonista che alterna violoncelli e chitarre. I restanti brani, arrangiati con maestria da Fio Zanotti, appartengono musicalmente quasi tutti a Gianni Bella, tranne alcuni affidati a giovani autori. "Gelosia", il più gettonato dalle radio, "Una rosa pericolosa", intrisa di sapori anni Sessanta, "L'uomo di cartone" e "Qual è la direzione", "L'emozione non ha voce", in cui parole e note sono dosate con precisione estrema, "Le pesche d'inverno", ma soprattutto "Arcobaleno", l'omaggio personale di Mogol a Lucio Battisti, una rivelazione d'affetto inaspettata e a lungo repressa. "Io son partito poi così d'improvviso / che non ho avuto / il tempo di salutare / l'istante è breve / se c'è una luce / che trafigge il tuo cuore... Mi manchi tanto amico caro davvero / e tante cose son rimaste da dire / ascolta sempre e solo musica vera / e cerca sempre se puoi di capire". Stile scabro, asciutto, quello dei tempi migliori, ma che sa vibrare di commozione, che è capace di dire il più possibile nello spazio più breve. Uno stile che costruisce i testi con una tecnica cinematografica, per primi piani e particolari, con una capacità di sintesi che è l'unica in grado di cogliere i significati più arcani della musica, fondendosi con essa. Un lavoro del genere non può che essere il frutto di un'armonia ritrovata ed immediata fra parole, musica e voce. Un'armonia che sente il peso del tempo con le sue gioie ed i suoi grandi dolori, con le delusioni e le speranze e che si spinge verso il sentimento per eccellenza, l'amore, con totale sincerità, analizzandolo in tutte le sue sfaccettature: la rivalità e la gelosia, la minaccia, la passione, la tenerezza infinita, il non detto, i toni sommessi.
источник

Adriano Celentano & Diana: Matrimonio Impossibile.

Chi ha comprato UNICAMENTE CELENTANO alzi la mano. Ebbene, seppure Celentano non mi piaccia granchè e avessi di già la discografia completa in cd,
io l’ho comprato. Bravo scemo, dirà chi legge. Può darsi ma non posso dimenticare che prima di essere stato un fruitore di musica e un consulente musicale (così appare nei contratti che ho firmato negli anni) sono soprattutto un collezionista. E sebbene, come detto, non faccia pazzie per Adriano, mi sembrava giusto comprarlo. Non fosse altro per quell’inedito, DIANA, cantato in coppia con Paul Anka (a proposito, molto bello il suo cd dello scorso anno, ROCK SWINGS).

Il disco (triplo) è naturalmente l’ennesima raccolta del molleggiato che io dividerei in brani belli-ascoltabili, brutti-“burini” e “paraculi” . Non so se è chiaro a tutti il significato di “burino” e “paraculo”, ma dopo 50 anni e passa di televisione romanesca , penso di sì.

Tra i belli metterei L’UNICA CHANCE (per la ritmica), STAI LONTANA DA ME, AZZURRO, UNA CAREZZA IN UN PUGNO e basta.

Tra i brutti e burini tantissimi, con particolare attenzione a UNA STORIA COME QUESTA (oscena), UN ALBERO DI 30 PIANI, LA BALLATA DI PINOCCHIO, CHE T’AGGIA DI’, UN BIMBO SUL LEONE (indimenticabile la frase “quanti belli colori”)

Tra i paraculi (furbi) :IL RAGAZZO DELLA VIA GLUCK, L’ARCOBALENO, L’EMOZIONE NON HA VOCE, IL TEMPO SE NE VA.

Poi ce ne sono alcuni che personalmente mi piacciono, ma questo non implica il fatto che siano belli davvero , né come costruzione musicale né come testo. Uno di questi è SOLI, canzone semplice ma ruffiana, con un ritornello accattivante che ti entra subito in testa. Ma ripeto, la bellezza di un brano non la si evince da queste cose.

Quando si fa una recensione, bisogna comunque mettere da parte le proprie passioni ed antipatie. Esempio: a me non piace LO CHIAMAVANO TRINITA’, però non mi permetterei mai di dire che è un film brutto, perché non lo è. Oppure non mi piace De Andrè ma non direi mai che i suoi testi fanno schifo. Mi stufo subito se sento sia Jimi Hendrix che i Pink Floyd, due mostri sacri della musica. Ma non per questo li definirei mai artisti sopravvalutati.
Al contrario, mi possono piacere delle canzoni oggettivamente brutte dal punto di vista stilistico (non sto neanche ad elencarle perché sono parecchie) ma se devo fare una recensione non le incenserei mai e poi mai. Direi la verità, cioè che sono brutte canzoni di successo (o non).

Ma ogni buona volontà cade miseramente quando vado ad ascoltare DIANA, l’unico inedito (per così dire) del triplo album in cd. A parte la cafonaggine di chiamarla OH DIANA (come se si re-interpretasse SABATO POMERIGGIO e lo si chiamasse col primo capoverso “passerotto non andare via”) ma il testo… è imbarazzante! La metrica è stata modificata rispetto all’originale, esercitando forzature sulla melodia che risultano sgradevoli (all’orecchio) e dilettantesche a dir poco.

Certo non ne ho viste mai belle e sexy meglio di lei ma a me sembra che lei è un po’ troppo giovane per te. Un bambino di sei anni scriverebbe meglio e soprattutto rientrerebbe nella metrica senza problemi. E continua: già io ti vedo passeggiar (i verbi troncati non si usano più dagli anni cinquanta!) fra la gente insieme con lei mentre c’è chi pensa già che di Diana il padre sei ed ogni volta dover dire che tua figlia lei non è..

A leggerla sembra quasi normale.. ma provate a cantarla e scoprirete che il testo rientra a fatica nella partitura dando un senso di approssimazione e sciatteria come raramente si sia sentito prima. E’ come se durante una serata con gli amici, il più cretino di tutti dovesse inventarsi delle nuove parole su una canzone esistente, storpiantola irrimediabilmente.
Ma il capolavoro deve ancora arrivare : capricciosa, biondarosa (ma che vuol dire???) morbidosa e poi golosa , divertente, cotta al dente etc. Questo è il ritornello.
Dove purtroppo entra anche Paul Anka, incolpevole vittima di questo "canzonicidio".
Alla fine ecco entrare anche la “simpaticissima” Claudia Mori che dice la sua: ciao ragazzi. E meno male che si limita a questo. I “ragazzi” in questione hanno 69 anni l’uno e 65 l’altro.
Ma forse Claudia voleva citare en passant la bellissima canzone del coniuge che ha quello stesso titolo.

Il testo della nuova DIANA, a scriverlo è stato "quel gran genio del suo amico", Mogol.
Più sento i suoi testi più penso che dovrebbe andare in pellegrinaggio ogni mese a Molteno, a portare mazzi di fiori e ringraziare Dio di averlo messo sulla stessa strada di colui che a Molteno riposa. Altrimenti a quest’ora lo ricorderemmo soltanto per aver messo di prepotenza il suo nome tra i “credit” di IL CIELO IN UNA STANZA e UNA LACRIMA SUL VISO.

UNICAMENTE CELENTANO è comunque meno ovvio dei soliti cd di successi. Sarebbe stato ancora meglio se avessero inserito canzoni difficilmente incluse in altre raccolte come STRAORDINARIAMENTE, DO DAP, STORIA D’AMORE E DI COLTELLO, LA BALLATA.
Magari alla prossima raccolta. Che tanto ormai, più che raccolte su raccolte, non fanno.

Серия сообщений "изучение итальянского языка":
Часть 1 - Андриано Челентано о любви. На итальянском о любви звучит красивее..
Часть 2 - Итальянские анекдоты и жесты(видео)
Часть 3 - Италия страна иммигрантов
...
Часть 11 - Жесты, что они значат для вас?
Часть 12 - Тест для проверки уровня знания итальянского языка.
Часть 13 - Книжная полка с итальянским.

Рубрики:  Италия/Андриано Челентано
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